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Libro dell'Anima I : L'inizio.

Stefania Iuiliano • 1 marzo 2021

01/07/2011

Sprecare pagine.
Questo è il mio intento.
Sprecare pagine a far fluire pensieri, sgorgare emozioni, anche le più profonde ed intime, da un cuore marchiato da un Sole ed una Luna.
Banale, direte.
Beh, avete ragione. Non cerco nulla di più di un semplice, costante sfogo. Nato dall’esigenza fisica di imprimere su carta i sentimenti.
Non i miei, o meglio, non solo i miei.
Ma i sentimenti del mondo, quelli di cui mi sarà fatto dono. 
Ne parlerò distaccandomi dalla saccenza dei veri scrittori, dai quali ritengo di essere molto lontana, e mi limiterò, dunque, esclusivamente a cercarli e scoprirli, sperando solo di riuscire ad esprimerli nel miglior modo possibile.
Non so ancora se chiamare questo libricino ‘diario’, lo deciderò solo quando capirò davvero cosa ho intenzione di scriverci. 
Le parole sono così tante e … vaghe, che è difficile dedurlo dalla prima pagina.
Scriverò quello che mi capita, tentando, di tanto in tanto, di fare un discorso sensato.
Probabilmente mi porrò domande, e sicuramente non saprò rispondermi.
Riuscirò quindi a perdermi tra queste righe già stanche, traboccanti di Me.

03/07/2011


Cogito, ergo sum. – Cartesio.
Si potrebbe forse definire la ‘citazione delle citazioni’:
‘Penso, dunque sono.’ La definizione più semplice per esprimere l’essenza dell’essere uomini.
Esistere. A volte lo diamo per scontato, ma noi esistiamo.
Proviamo sentimenti, cambiamo, cresciamo.
Pensandoci sembrerebbe quasi … assurdo.
L’idea che una persona possa vivere, possa essere felice o triste, possa cambiare, sembra bizzarra.
Non vorrei ora star qui a filosofeggiare con le mie teorie da quattro soldi, ma questa notte, il mio sterile cervellino va in quella direzione.
Pensare è uno dei doni più impercettibili e sfruttati che possediamo.
 Dono strettamente legato al nostro modo di agire.
Pensare ci distingue.
Pensare ci rende uomini.
Quindi pensiamo … ma perché?
Quale strano marchingegno sofisticato ce lo permette?
I pensieri sono le parole dell’animo, i sogni del cuore.
Ma se l’animo ed il cuore fossero due concetti astratti … ed i pensieri, i pensieri no, in quanto reali, 
allora è possibile creare il concreto dall’astratto?
O addirittura l’astratto dall’astratto?!?!
Basta. Sto delirando. Meglio dormire.
Il legame tra ciò che è concreto e ciò che è astratto è così dannatamente sottile?
Magari adesso mi giro nel letto, sbatto la testa contro il muro, mi sveglio e mi rendo contro di aver sognato tutto questo.
Perché no … potrebbe succedermi.
Nell’attesa di scoprirlo un giorno … Buonanotte!
 Si va a caccia di zanzare!

08/07/2011

DIO NON E’ UN BURATTINAIO.


Esiste il destino? Quello che ci circonda, quello che siamo, e quello che diventeremo un giorno, è tutto già scritto?

Non credo sia Dio a comandare il gioco, e non credo neanche di essere un semplice pupo nelle sue mani.

Sono io stessa a fare le mie scelte e a vivere la mia vita seguendo il mio istinto, le mie emozioni e la mia ragione.

Ma se tutte queste cose … comprese di dubbi e certezze fossero comunque sempre frutto di una ‘forza esterna’?

L’io è un concetto inesistente ed astratto.

Ogni essere umano è individuo della sua storia, cambia giorno dopo giorno, senza a volte neanche rendersene veramente conto. Ed è soggetto a qualcosa di incomprensibile … di sovrumano.

Se quel determinato giorno, in quel determinato luogo, mio padre non avesse perso la coincidenza col tram che lo avrebbe dovuto portare al suo appuntamento di lavoro, probabilmente, non avrebbe incontrato mia madre e io non sarei qui a scrivere sciocchezze!

Coincidenze direte … ovviamente!

Ma se ci fosse davvero qualcosa sotto?





20/07/2011

Amare

 

Amare è essere vivi.

Amare è pensare di poter spaccare il mondo.

Amare è sentire il proprio cuore battere all’impazzata, quasi a sfondare il petto, per un semplice gesto, un sorriso, una parola.

Amare è la più bella cosa che possa mai capitare.

Amare è gioia.

Amare è passione.

Amare è sprecare righe a tentar di spiegare cos’è l’amare.

Amare è libertà.

Amare è forza, fiducia, rispetto.

Amare è star bene anche nei silenzi, silenzi in cui sono i battiti a parlare.

Amare è superare le avversità, insieme.

Amare è guardare il proprio compagno sorridere, e sentire brividi ovunque.

Amare è appartenersi, totalmente.

Amare è completarsi l’un l’altro, senza il timore di ammetterlo.

Amare è tenersi la mano stretta ‘a raggio di sole’.

Amare è conoscere i difetti altrui, e sopportarli con amore.

Amare è vedere nell’altro tutto quello per cui vale davvero la pena lottare, per cui vale la pena vivere.

Amare è saper vivere il proprio amore, coltivandolo con tutte le cure del mondo.

Amare è volerlo gridare a tutti: io amo!

Amare è essere disposti anche a morire per l’altro.

Amare è la cosa più fragile che appartiene ad un uomo.

Amare è tutto.

Non sono una filosofa, né una poetessa.

Ma di una cosa sono certa e fiera: so cosa significa amare!

Lascerò la pagina seguente vuota per chiunque legga, sappia cosa significa, e abbia bisogno di esprimerlo a parole. Notte.



02/08/2011

Immenso

 

Immenso è l’animo di coloro che sanno vivere.

Figli di una terra arida e stanca, abbandonati all’avvenire.

Immenso è il sorriso di un bambino.

E di tutti quelli che come me rimangono tali, fabbricanti di sogni ma immortalati in parole deliranti.

Immenso è il segreto che mi insegue e perseguita il mio essere.

Ma la Luce dell’infinito è più forte del buio dell’anima.

Immenso è un cuore che ama e che trova l’immenso, solo negli occhi del proprio amante.

 

 

 

03/08/2011

Contratto d’Amore

 

La dea dell’amore mi tiene in un pugno.

Tra le dita, forte, stringe il mio viso, in un tocco sublime.

Al mio corpo, con veemenza, si avvinghia.

Un contratto d’amore ed una condanna, mi porge su papiro.

Ed io accetto.

Forse perché il sentimento è reale.

Forse solo per riavere quel senso di vuoto e di eterno che lei mi dona, rendendomi completa. ancora una volta al suo sfiorarmi piano.

Mi ucciderà col suo tocco, e con i brividi che mi fanno increspare la pelle.

Ma non importa, morirò con la gioia di aver vissuto

  finalmente

un amore vero.

 

 

 

 

15/10/2011

Inconscio

 

Vorrei poter vivere nel mio inconscio.

Tutto sarebbe lecito, no? Il mio inconscio. Ciò che io voglio e desidero, ciò di cui io ho paura.

Intrappolata nel mio personale castello di sabbia, castello pronto a crollare ad un mio schiocco di dita.

Megalomane come pensiero? Egoistico?

O semplicemente è pura prudenza la mia?

Poter creare un mondo a proprio piacimento, essere capace di fare qualunque cosa si desideri, semplicemente pensandolo.

Un incubo o un sogno?

Dettaglio. Sarebbe a prescindere irreale, giusto?

Riuscirei a crederci nel mio mondo perfetto?

E a viverci? Magari poi, senza perdere il senno.

Sarebbe forse rassicurante sapere di stare solo immaginando.

Se si perdesse qualcosa, in realtà sarebbe ancora lì, quella cosa.

Sperando solo che questa ‘realtà’ non diventi poi, anch’essa, frutto dell’inconscio.

 

 

 


04/11/11

Poesia vecchia e senza nome

 

E mi nascondo

dietro il bugiardo sorriso della Luna

sperando in un po’ di fortuna.

Cerco il mondo

rinchiuso in un pregiudizio

trasportato dal vizio.

Trista è l’attesa

che una voce si alzi

che un fanciullo si desti

urlando Libertà.

Isola è il mio cuore

nel freddo bianco dell’universo

cercando lì l’amore

e ritrovando un verso.




 E’ sempre difficile mettere un punto

 

E’ sempre difficile mettere un punto (virgola) che sia ad una frase (virgola) ad un discorso (virgola) o ad un pensiero (punto)

Di gran lunga più belle sono di sicuro le virgole (virgola) così simpatiche ad unire ed a specificare le cose più incongruenti (punto)

Anche le congiunzioni (virgola) coordinanti o subordinate che siano ( virgola) fanno la loro parte (virgola) ovviamente (punto)

E’ esaltante quanto grande sia la loro voglia di mettere insieme (virgola) di accorpare (punto)

Dovremmo prendere tutti esempio da loro (virgola) probabilmente porterebbero alla pace dei sensi e del mondo (punto)

Il punto invece è così dannatamente definitivo (punto)

Come la morte (virgola) è meschino ed inevitabile (virgola) è qualcosa a cui non si può sfuggire e da cui non si può tornare indietro (punto)

Troppe volte ci comportiamo da punti (virgola) è una cosa da vigliacchi (punto)

Come se mettendo quel punto alla nostra vita potessimo far scomparire tutto ciò che è stato detto e fatto precedentemente (virgola) come se agognassimo quel ricominciare con la lettera maiuscola che solo una f(r)ase compiuta può fingere di darci.

 

 

 

 

Vano

 

Affogo tra prigioni di pensieri. Vorrei tutto, vorrei troppo, ma nulla mi è dovuto. Dopo tanto tempo, tanti sforzi, tante parole.

E’ stato tutto vano? Le promesse, i giochi, la passione …

Su ogni lembo della mia pelle è rimasto un frammento del tuo amore, e scotta, scotta a contatto coi pensieri.

E’ stato tutto vano?

Ti credevo l’Amore. Sei stata amore. Fin da subito, fin da sempre. E cosa sei ora?

Un flebile ricordo di notti insonni, un soffio di passione nel tempestoso cielo della mia vita.

E’ stato tutto vano?

Ti ho scritto fiumi di parole. Milioni di pensieri, di emozioni, di speranze su di te, su di noi.

E’ stato tutto vano?

Sei stata mia. Ti ho curata come fossi il mio tesoro più prezioso. Non ho mai perso un solo chicco di te.

E’ stato tutto vano?

Ho amato ogni tuo pregio e ogni tuo difetto, indistintamente.

Ho amato ogni istante passato insieme. Ho amato ogni bacio, ogni carezza, ogni espressione.

E’ stato tutto vano?

Per te sono mai stata amore vero? No, non lo sono stata mai. Per quanto tu ti impegnassi a mentirmi, e lo facevi bene, non ti ho creduta, non un solo istante.

Il nostro, per te, non era amore, era un’amicizia portata all’esasperazione. Non ci hai mai creduto, in noi.

E’ stato tutto vano?

Per te eravamo un gioco. Sono stata il tuo gioco per troppo tempo.

E l’ho capito solo ora. L’ho capito quando mi hai lasciato ‘per non soffrire’ e invece già eri di un altro.

Un altro che non ti amerà mai quanto ti ho amata io.

Non è stato tutto vano. L’amore non lo è mai.

E’ stato solo bello … finché è durato.

 

 

 

 

13/02/2012

 

Non vedo l’ora che i miei pensieri diventino ricordi.

Perché non realtà, mi chiedi. La realtà non è forse più intensa?

Lo è. Lo è, ma è anche momentanea. Può durare un solo istante, la gioia vera, la pura emozione. La bambina vuole quel giocattolo, lo chiede all’anziano nonno, e sa già che lo otterrà. E’ reale, ma è anche finito.

Non esiste un momento infinito, né una gioia tale, né un sentimento.

Ci sono tanti assurdi personaggi, testimoni della follia del mondo, che ruotano in continuazione e, di tanto in tanto, riescono a sfiorarsi. Ci sono questi individui, incapaci di provare una reale emozione, che cercano i sentimenti e ne trovano solo l’ombra, illudendosi sempre che sia la realtà.

Presi in giro dalle loro stesse sensazioni, cercano l’infinito, ma nulla lo è.

La realtà è effimera, finita.

I ricordi, ti perseguiteranno per sempre.

Sono cicatrici di parole incise su pelle.

Non c’è spazio libero sui corpi.

Persino la persona più umile ha i propri ricordi preziosi.

I ricordi ti fanno vivere quando tutto fuori è morto. Quando le membra diventano stanche ed il corpo cede alla pressione del tempo.

Alla pressione della realtà.

Voglio tu sia il mio miglior ricordo, ti dico.

Non il più lungo o il più bello, ma il più intenso.

Voglio viverti come fosse l’ultima cosa che potessi fare.

Solo in questo modo riuscirò a farti mia per sempre.

Incisa su pelle.

 

 

 

 

15/02/2012

 

Mi nutro di un amore che non mi è concesso vivere.

Il frutto proibito dell’ingenuo che crede nella propria inesistente forza.

Le cose più belle sono sempre le più irraggiungibili.

Siamo tutti scalatori ai piedi di una montagna, non tutti hanno l’attrezzatura giusta.

Non tutti hanno il coraggio di cominciare, partendo dalla prima e più bassa pietra.

Ci sono i più esperti, i più impavidi, quelli che nonostante tutto ci provano, e c’è chi non parte affatto.

Incollato coi piedi al terreno, sarà mai capace di sognare? E qualcuno raggiungerà mai la cima?

Sono sulla parete rocciosa, io ingenua. Cerco la forza di proseguire, ma non vedo più appigli e la paura si impadronisce di me.

Se la corda che mi regge si spezzasse?

Cosa ci sarebbe a tirarmi su? Ce la farei io, con le mie mani, con le mie forze?

 

 


 

 

23/07/2012

 

Dicono che se durante un bacio una delle due persone ha gli occhi aperti, non è realmente innamorata.

Non è il mio caso.

Lo faccio per paura, paura che lei possa scomparire da un momento all’altro nel nulla.

Paura di stare immaginando tutto, come in uno di quei sogni ormai così ricorrenti.

Sogni aspri, perché con la loro potenza, ti illudono di essere reali. Ti fanno sentire il sapore, l’odore, il tocco, e poi scompaiono nel vuoto.

E’ un amore troppo forte il nostro.

Con piacere ho rinunciato a tutto quello che avevo per viverlo.

Un amore così immenso …

Se solo sento il suo nome, pronunciato a caso da qualche passante, il cuore mi si riempie fino a traboccare, il corpo è invaso da un colorito calore ed i pensieri su di lei diventano così intensi, che quasi scompare la distanza che ci separa.

Non ho bisogno di nessun altro al mondo, se non lei, perché è la sola che sa riempire

  totalmente quel vuoto estremo

  che da un po’ mi porto dietro.

 

 

 

 

 

31/07/2012

 

Ho fatto del male a molte persone, ma nessuna di queste è mai riuscita ad odiarmi.

Questo perché nel periodo del bene, quello senza sbagli, senza litigi e paure, ne hanno ricevuto talmente tanto che una vita intera non basterebbe a restituirglielo.

Mi dispiace … ma le scelte, sono scelte.

 

 

 

15/08/2012

 

La felicità non si analizza, si vive.

 

 

16/02/2013

 

Tu sei amore.

Fisso i tuoi occhi con la pacatezza di una miniatura d’uomo

 in piedi a fronteggiare l’infinità del mare.

Rassegnati a perdere ogni sfida con l’immenso.

I suoi occhi sono immenso.

I suoi occhi sono immenso colore, immensa passione.

I suoi occhi sono una sfida persa.

 Non osare, no.

Passi felpati e respiri mozzati con lei.

La tigre fiera cammina leggera, perché cammina suoi tuoi sogni.

Ti bagni le labbra con la lingua.

Come non desiderare te e quelle labbra?

Vivo un’afosa giornata d’agosto, ma è inverno intorno.

Ti sfido e cerco i tuoi occhi.

Ho già perso con la tua fierezza, ma vivo di quell’attimo

 in cui riesco a reggere il tuo sguardo.

 

Stringimi.

 

Voglio urlarlo. Non lasciarmi qui.

Non lasciarmi qui senza te.

Cerco il tuo amore.

Sfido e perdo per trovarti.

Non lasciarmi qui.

Fammi bruciare, ardere di questo fuoco.

Un fuoco ustionante, ma nostro.

Così nostro che brucia in fondo, troppo in fondo.

Devo urlare più forte.

Voglio il tuo amore.

Sfido e perdo per trovarlo.

Tigre fiera, ti supplico, cammina sui miei sogni.

 

Devo … devo.

 

 

 

 

07/03/2013

 

E’ l’Amore che da della Terra un Cielo, dei sogni, speranze.

La verità sull’Amore è che questo ama l’imperfezione.

Ama le ferite, la puzza di piedi, l’alito mattutino, le occhiaie dopo notti insonni; la perfezione è troppo facile da amare, il vero divertimento sta nell’amare il brutto, il difficile, il complicato, l’impossibile.

La verità sull’amore è negli occhi di due amanti, ignari che il loro sguardo sia la risposta.

 

 

 

 

 

12/05/2013

Due di picche

 

Sentirsi vuoti è la più strana tra le sensazioni.

Sai che dentro di te sei pieno; al tuo interno ci sono organi, liquidi, cibo. C’è un cuore che nonostante tutto non smette mai di pulsare, non smette mai di provare.

Eppure ognuna di queste cose diventa insignificante se non ha legami. Se quel qualcosa che cerchi, pur non riconoscendolo, è tra le tue mani ma tu non riesci a toccarlo, se è lì, sotto i tuoi occhi , ma non riesci a vederlo, se ti sfugge e lo rincorri, sarà sempre tutto dannatamente e insostenibilmente

vuoto.

« Fate il vostro gioco. » - Ci sprona il croupier.

Ci sono regole e c’è il fato, ma lui dice il ‘vostro’ gioco.

Io ho il mio e tu il tuo.

Abbiamo le stesse regole, ma facciamo giochi diversi.

Le carte mescolate seguono l’ordine che il caos ha scelto ad occhi bendati.

Tu fai il tuo gioco, io il mio.

Ma ora chi vince prende tutto, e chi perde può solo cadere.

Vorrei saper barare. Vorrei pagare il caos per togliersi la benda e donarmi fortuna per compenso.

Ora chi vince prende tutto, ma il gioco sporco non è il mio gioco.

Come può una mente carpire i segreti di un’altra?

Come può aggirare le leggi del fato?

Tu lo sai. Oh, tu lo sai.

Giochi guardando le mie carte scoperte e lo fai senza barare.

I tuoi occhi le scrutano con attenzione e pianificano ogni mossa di conseguenza.

Giochi contro le regole, ma giochi pulito.

Sono io che scopro le carte sotto i tuoi occhi approfittatori.

Aiutami. Gioco io contro me stessa.

Ma chi vince prende tutto, e tu lasciami cadere.

  Si, voglio cadere.

Tu lasciami cadere.

Giù.

Il mio gioco è farti vincere, il mio gioco è farmi cadere.

Giù.

 

 

 

 

 

09/06/2013

 

« Voglio vederti nuda. »

Mi guardi, occhi fermi.

Alzi la maglia e sotto il torace vedo il cuore pulsare.

Vene e arterie ramificate come piante rampicanti stringono le costole.

Ti guardo dentro, analizzando ogni tumore che ti provoco.

Sono il tuo male e la tua cura.

Punto la pistola un’altra volta, ma spara a salve.

Solo un altro timore, solo un’altra paura.

Lividi.

La mia pelle è ricoperta di lividi, cicatrici.

Dolori di una vita perfetta, strappati alle persone che ho saputo amare.

Guardo in giro. Vedo umani ma non umanità.

Ma il tuo cuore batte.

C’è ancora speranza.

 

 

 

 

16/09/2013

 

Due parole azzerano il passato e sconvolgono il presente.

E quella paura che torna ora da me è incontrollabile.

Vivere non è lasciarsi morire.

Criptici pensieri e voci inascoltate.

La paura. Quella paura. Ancora.

Tutto è niente. Ma niente cos’è?

Voglio saper vivere. Sopravvivere non basta più.

 Tu, mio danno. Tu, mia cura.

Sii mia ora.

Lascia vivere il tuo cuore dentro di me.

Il mio, sta vivendo dei tuoi respiri caldi.

Non alzo gli occhi da queste righe.

Una tua risposta mi spegne. Una mi accende.

Di cosa vivo? Di tutto ciò che sei. Che siamo.

Siamo forza pura. Siamo energia pulita.

Vento. Sole. Aria.

Tu sei aria. Sei sole. Sei vento.

Dolce soffi via il mio ricordo di ciò che ero.

Forte attiri a te ciò che sono ora.

Pura mi accogli sul petto.

La delicatezza e l’impeto di questi sentimenti mi

sconvolgono tutt’ora.

Brividi al contatto e bruciore al distacco.

Sarò forte per Noi.

Ma poche righe restano ancora …

 E’ tempo di voltare pagina …

 


07/11/2013

 

La paura è scaltra. Si ramifica come germe maligno tra i tessuti nervosi e ti invade il corpo, gestendoti da lì.

Prodotto della parte più nera dell’inconscio, si ciba di emozioni negative.

Ti divora. Lentamente. Come un virus che ti logora piano.

Ti controlla, ogni parte di te cede ad essa, anche solo ad un suo cenno.

La scrittura cambia, la mano viaggia da sola e scrive lettere in sagome che non ti appartengono.

E’ questa la faccia della paura? Qualcosa di tremolante e viscido, di scuro e pericoloso.

Ti cambia. Ti rende il prodotto del suo male.

Ti insidia.

Sei preda incosciente di un cambiamento che non puoi vedere né controllare.

Può la ragione sopraffare un sentimento tanto forte?

Si trasforma. Si cela dietro a maschere di rabbia e di tristezza.

Forza il tuo essere in qualcosa di nuovo e di orribile.

E’ maligna. Anche solo un lontano pensiero, dettato dai suoi impulsi, può distruggere ogni gioia.

Ho paura della paura.

Aiutami a difendermi dai suoi attacchi.

Non alimentare il suo fuoco nero.

Fammi aprire gli occhi alla realtà effettiva.

Una realtà orribile, ma non distruttiva quanto lei.

Ti prego aiutami.

Sei il solo rimedio a questo scabroso sentimento.

Perché soffi sul mio fuoco acceso?

Ti prego, non farlo. Aiutami a spegnerlo.

Ti prego, no, no …

 

 

18/12/2013

 

Ti sposerò il giorno in cui orgogliosamente porterai sui tuoi occhi quello sguardo di immensità con cui mi guardi nella nostra intimità.

Lo portavi la sera del nostro primo bacio. L’hai fieramente indossato, quando ti ho stretta. Quando ti ho preso il braccio e poi la mano. L’ho incrociato, quella meraviglia fatta di scura immensità, quando ho posato le labbra sulle tue.

Mi ha bruciata e mi brucia tutt’ora, quando siamo sole.

I tuoi occhi mi raccontano di noi in ogni sguardo, quando al mondo riusciamo ad esistere solo io e te.

Ma tutto tace quando, all’esterno, altri occhi ti fanno preda.

Nascondi ciò che realmente siamo al mondo.

Ed io ti sposerò … ti sposerò quando confesserai ad ogni paio d’occhi incrocerà i tuoi, tutto ciò che siamo.

Tutto ciò che saremo sempre.

 

 

 


 

2014

 

Avevo il cappotto di sempre il giorno che ti rincontrata. Quello con cui sono solita uscire nei giorni qualunque, con i jeans larghi e gli stivaletti. Una catenella pendeva dalle fibbie della cinta e, penzolando, accompagnava rumorosamente i miei passi. Le occhiaie erano nascoste dietro Ray-Ban comprate quando già non c’eri più. Loro non mi hanno mai lasciata.

Vedo da lontano il tuo viso di profilo e la tua mano che porta una sigaretta alla bocca. Dicevi che avresti smesso. Dicevi molte cose.

I tuoi occhi freddamente guardano sul molo ed io so che vederli di profilo mi basterà. Da quando li ho incontrati la prima volta mai sono bastati e invano ho cercato da loro una via di fuga.

Ti smuovi i capelli e la tua pelle richiama meschinamente la mia attenzione. Sarà cambiato il tuo profumo, così come il tuo sapore, ma la curiosità è meno forte del timore.

Di chi sarai adesso? Chi ti assapora e gode di te ogni notte?

A chi doni la tua bocca di seta? Un via vai di donne ci sarà alla tua porta, perché io sono stata Lei e tu l’hai voluto ignorare.

Sono immobile a fissarti e tu finalmente ti volti.

Vedo il Sole battere a fatica tra i tuoi ricci dal colore indefinito.

Il tuo sguardo si incastra nel mio. Boccheggi.

La sigaretta ti cade e rotola fino a cadere dalla banchina.

Ti leggo negli occhi l’infelicità di una vita.

Mi avvicino.

Una tua mano mi solleva gli occhiali e mi sfiora il viso; hai ancora lo stesso profumo, ma non ti sento meno lontana. Le tue labbra, appena dischiuse, cominciano a muoversi.

« Sei fredda. Pensavo facesse sempre caldo dalle tue parti. »

Alludi al mio calore corporeo. « Da un po’ il freddo mi insegue. » Ti dico, pensando che il caldo me l’hai portato via tu. Solo sfiorandomi mi hai intrappolata di nuovo.

Quando ti ho persa, così tanti anni fa che ho perso il conto, ho perso con te la mia essenza.

Ho perso la mia esistenza.

Tutto ciò che credevo di essere ha seguito te e con te mi ha detto addio. Ho visto con i miei occhi spezzarsi la catena che ci attanagliava. Tu hai trovato la tua via di fuga ed hai lasciato me imprigionata lì.

Vesto ancora i lividi del tuo abbandono. I miei occhi mai più hanno riso da allora.

Sono sopravvissuta troppi anni col peso di queste catene ed ancora una volta provo il dolore della loro stretta.

Le sento avvolte alla mia pelle nuda, lì dove un tempo ti avvinghiavi tu.

Ho il fuoco su ogni lembo di pelle da te toccato. Impronte dolorose di un passato che non sa passare.

Impronte di una te che ora ho qui davanti agli occhi e che non so riconoscere con la mente, ma che richiamo con il corpo.

 

Facciamo l’amore.

Rivedo la tua bocca curarmi ogni ferita; salire avida sul mio corpo. Sento il bruciore provocato dalla tua lingua e da ogni tuo sospiro. Torno a respirare nel sentire il tuo profumo invadermi i polmoni. Divoro la tua pelle come fossi affamata di te da anni. Ti assaporo, ti stringo e continuo a desiderarti incessantemente. Il tuo ansimare spinge il mio desiderio di te ad espandersi, ad avvolgerti, graffiando la tua pelle. IL tuo cuore ha sempre battuto col mio, mai ha smesso di suonare all’unisono. Ti cerco e ti tocco come fosse l’ultima cosa che mi è concesso di vivere. E forse è così, perché dopo una tale emozione, posso solo morire.

Sei ancora mia quando mordi le mie labbra e sussurri il mio nome. Sei ancora mia quando le mie dita si muovono veloci e prepotenti dentro di te a cercare il tuo affanno.

Sei ancora mia quando inclini la schiena e, guardandomi negli occhi, fermi la nostra esistenza nel tuo piacere più puro. Sei ancora mia e lo sarai sempre, fin quando ti poggerai a me piano e, col corpo che sa di noi, ti addormenterai tra le mie braccia.

 

Ora sono seduta ad una scrivania. Fumo una sigaretta e fisso il tuo corpo sul letto. Sei con la schiena in alto e dormi. Una mano vicino al viso, l’altra stesa lungo il corpo. Hai buttato via i cuscini ed il lenzuolo ti avvolge per metà il corpo nudo. La bocca è dischiusa e hai le labbra gonfie.

Sei l’essere più bello che abbia mai visto.

Riesco solo ad odiarti. Ti odio con tutto l’amore che la terra possiede.

Ma ti amo, e stanotte, per la prima volta dopo anni, mi hai fatto fare l’amore.

Nuda; perché spogliandomi, tra maglietta e pantaloni, hai fatto cadere a terra al letto, anche le mie catene.

 

 

 

 

03/2014

 

Le mani che sanno di fumo e non più di te.

Ancora mi preme il profumo di labbra poggiate su te.

Cerco il calore di quella carezza, appena accennata, appena sentita.

Vivo di fumo, così, senza te.

Mi piace il sapore del vento, quando nell’aria mi porta di te.

Ogni specchio riflette un’immagine strana e diversa di me.

Chi lo sapeva il potere che avevi.

Occhi diversi e sorrisi mozzati, ed una sigaretta stretta lì, dove passavi la lingua.

Trovare e non smettere di cercare. Qualcun altro lo può provocare?

Una tentazione a cui cedo e che in me non cede mai.

Più forte mi batte, violentemente mi sbatte, tra questi profumi amari.

Eri qui fino a ieri, ma ieri non sei.

Non sei ieri e non sei nemmeno domani, né dopodomani, né mai.

Sei solo un profumo costante, impregnato nell’anima, nel corpo, sul viso e su queste mani.

Queste mani che sanno di fumo, ma di te non si scordano mai.

 

 

 

 

03/2014

 

Sei una musica al di là delle note. Un sogno che vive al di fuori della realtà.

Mi porta fuori da me, fuori da tutto, fuori dal mondo.

Mi rituffo ora in me stessa, ma non c’è riva e finisco a naufragare.

Un modo per chiamare questo amore senza sponde, lo cerco da troppo e non lo troverò.

Non ha speranza, ma ha troppo valore.

Voglio essere lo scoglio, la roccia, la forza.

Tu onda, tu esplosione, tu debolezza.

Chi ti guarda è mio nemico ed i tuoi occhi sono guerra.

E perdo, perdo, perdo, perdo , perdo …

 

 

 

 

22/05/2014

 

Maggio 2014. La resa dei conti. Cinque anni fa ero un’altra persona. Una bambina che cominciava un percorso difficile. Sono cambiata. Sono ciò che di me è più simile ad una donna. Mi sono fatta spazio in me stessa e tra la gente, con tutte le mie forze. Contando le persone vere sulle dita di una mano e riuscendo a stento a contarmi tra queste. Ho tirato avanti tra periodi di pura felicità ed altri in cui persino respirare sembrava difficile, giungendo alla consapevolezza che l’Amore è tutto ciò che mi tiene in vita.

Ho scoperto stanotte che significa arrampicarsi su una finestra, per fumare una sigaretta agognata da giorni.

Cinque anni fa, odiavo i compagni che fumavano. Stanotte sono qui, a trascinami una gamba bloccata dalla noncuranza, per una boccata di nicotina.

Cinque anni stupendi, seppur duri. Cinque anni di lotte che non accennano a una fine. Cinque anni per scoprirmi, perdermi, cercami e dimenticarmi, per crearmi da capo.

Fuori vedo il golfo, e penso quanto l’anno prossimo, seduta alla finestra, lo rimpiangerò se circondata da palazzi.

Questo rumoroso silenzio, che, graffiato dalle parole scritte, si sente offeso e si nutre di me.

Cerco il rumore di un sorriso, e non il mio.

Le sue labbra saranno increspate da sciocchezze altrui o dal male del fumo. Un male di cui, fieramente, mi nutro anche io.

Sono ciò che mi aspettavo? Nemmeno lontanamente.

So di poter essere di più, ma questo non è il mio momento, né il mio posto.

Tu lo sei. Tu così lontana, tu così dentro di me.

Mi reggi in piedi ora che di gambe ne ho una sola e ricevi delusioni in cambio.

Non so come essere per te. Me stessa non sembra andar più bene.

Io non ti perderò. A costo di cambiare ancora. A costo di affacciami ad un’altra finestra, tra cinque anni, e dirmi che sono un’altra ancora.

Quante persone riusciamo ad essere in una vita sola?

A me interessa una sola nella mia, la persona che sia il tuo orgoglio.

Sei ferita ora, ti ho ferita io. Tu hai fatto altrettanto.

Ma insieme siamo oggi e insieme saremo domani.

Dove sono i miei sogni? Impacchettati nel cassetto e ad un passo da me.

Dove sono io? Non nel posto giusto.

Tu sei il mio posto giusto.

Guardo il male che mi hanno fatto e taglio i fili. E’ giusto così.

Cambiare aria è ancora più bello se a profumare la nuova c’è l’odore della tua pelle.

Nera. Come questa notte. Come il cielo in cui non vedo stelle, pur percependone l’incombenza. Come il mare notturno, in cui mi bagnerò tra qualche giorno.

Dal buio e nel buio si apprezza la Luce.

Sei un faro.

Mi illumini e mi spegni a costante intermittenza.

Saprò vivere il tuo buio?

Saprò vivere la tua luce? 

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